Storia Dentro la Memoria


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La pianeta del beato Marco d’Aviano nella chiesa di Sant’Anna di Rizzios (BL)

P. Miotto, in Maestro e Padre, 1, marzo 2016, pp. 44-45.

Pianeta di P. Marco

La pianeta utilizzata da P. Marco d’Aviano nelle due messe propiziatorie prima della battaglia di Vienna.

Alle prime ore del mattino del 12 settembre 1683 P. Marco d’Aviano celebra la messa propiziatoria prima della celebre battaglia di Vienna sul Monte Calvo (Kahlenberg). Dopo tre mesi di assedio di fronte a Vienna si fronteggiano l’esercito cristiano, capace di circa 80.000 uomini capitanato dal re polacco Giovanni III Sobieski, e quello ottomano comandato dal Gran Visir Merzifonlu Kara Mustafa Pasha composto da 140.000 soldati. L’esito della battaglia fu favorevole ai cristiani che lasciarono sul campo appena 2.000 soldati contro i circa 15.000 dell’esercito ottomano. Il cronista turco Mehmed der Silihdar commentò l’arrivo dell’armata del Sobieski in questi termini: gli infedeli spuntarono sui pendii con le loro divisioni come nuvole di un temporale, ricoperti di un metallo blu. Arrivavano con un’ala di fronte ai valacchi e moldavi addossati ad una riva del Danubio e con l’altra ala fino all’estremità delle divisioni tartare, coprivano il monte ed il piano formando un fronte di combattimento simile ad una falce. Era come se si riversasse un torrente di nera pece che soffoca e brucia tutto ciò che gli si para innanzi.

ricamo pianeta rizzios

Il ricamo settecentesco cucito sul lembo interno della pianeta.

P. Cosmo da Castelfranco, primo biografo e compagno di viaggi di P. Marco, fu testimone oculare dei fatti che descrive: l’Armata Cesarea s’impossessò de’ passi più importanti sino al Danubio con celerità maggiore di tempo, giudicata più miracolosa, che naturale in preambolo di migliori felicità; continuavano i Generali ad incalorire la battaglia al proseguimento d’illustri vittorie, […] re Sobieski montò a cavallo con stimolo di pietà e partitosene, coll’unione poi de’ Cesarae, Polachi, Sassoni, e Bavari campeggiò sì irrefragabile alla baldanza Turchesca, che non potendo resistergli, precipitò in fugga di confusione, e lasciò il campo con tutto il Bagaglio in plenaria potestà de’ Cattolici, quai in poche hore fracassarono. La battaglia di Vienna rappresentò il punto di svolta degli scontri austro-turchi perché determinò l’arresto della secolare spinta espansionistica degli ottomani in Europa e il progressivo abbandono della penisola balcanica da parte dell’esercito turco. Il Trattato di Karlowitz del 1699 chiude, infatti, un’era a seguito della conquista imperiale dell’Ungheria e della Transilvania. Nell’intera vicenda P. Marco ebbe un ruolo decisivo nelle vesti di legato pontificio di papa Innocenzo XI riuscendo nella missione, giudicata impossibile, di creare la Lega Santa delle nazioni cristiane con esclusione della Francia di Luigi XIV. L’8 settembre, ricorrenza della Natività di Maria, le truppe cristiane sono radunate al completo e P. Marco celebra per loro una prima messa nella campagna prossima a Tulln alla quale partecipano il Sobieski e il figlio. L’episodio è così ricordato da P. Cosmo: il re arrestò la marcia delle truppe accioche tutti solenizzassero la Festa della Madonna in otio di spirituale vacanza, e dalle mani di fra Marco invitato a’ celebrare la Messa ricevé la sagratissima Eucharistia col suo primogenito Principe Giacomo, e principali di Corte. Il 12 settembre, di primo mattino, nel campo militare allestito sulla collina del Kahlemberg che sovrasta Vienna, P. Marco celebra una seconda messa alla quale partecipano il Duca (Carlo V) di Lorena prima di venire al Cimento volle prepararsi a’ buon mattino con udire Messa, […] di fra Marco, qual precitatigli Officiali tutti a’ guerreggiare coraggiosi con breve discorso, li benedisse e questi portatisi animosi sotto l’Insegne dei loro Principi, su lo spuntare del sole attaccarono con tanto valore la Vanguardia de’ Gianizzari. Secondo la tradizione a questa messa partecipò anche il comandante Sobieski ma in realtà, come dichiara il testimone oculare P. Cosmo, il re giunse di fronte a P. Marco alla fine della messa: il Re di Polonia dal suo campo si trasferì sul Kolemberg pria dell’universale attacco per ricevere la benedizzione da fra Marco colà chiamatovi al Posto, dove stava benedicendo li combattenti intrepidi.

Chiesa di Sant'Anna di Rizzios

La chiesa di Sant’Anna di Rizzios nel comune di Calalzo di Cadore (BL).

Le vesti liturgiche usate da P. Marco nella celebrazione delle due messe furono conservate come preziose reliquie e trasferite nella chiesa di Sant’Anna di Rizzios presso Calalzo di Cadore (BL). Non si sa con precisione come la pianeta, corredata di manipolo e stola, sia arrivata nella borgata bellunese ma è probabile che vi sia giunta per opera del cappuccino fra Antonio Maria da Rizzios, al secolo Innocente Frescura, che trasferì nella chiesetta fondata nel 1632 varie reliquie risalenti a quel secolo.

Il cappuccino Antonio Maria da Rizzios

Il cappuccino Antonio Maria da Rizzios, al secolo Innocente Frescura.

 La pianeta ha un lato in seta nera e quello opposto è a colori vivaci per essere utilizzata tanto per i funerali che per le messe da vivo. Non esistono documenti scritti dell’appartenenza della pianeta a P. Marco, che secondo la tradizione fu sollevata dallo stesso Sobieski che serviva la messa l’8 settembre, ma vi sono sufficienti indizi per ritenere fondata la memoria popolare. La foggia Seicentesca della veste, la tradizione che l’ha sempre accompagnata, la gelosa custodia degli abitanti di Rizzios, l’antica iscrizione ricamata sulla veste che recita Questa è una pianeta di cui si è servito il Padre Marco D’Aviano predicatore cappuccino e può usarsi quanto nelle messe de vivi quanto de morti e il tentativo dei cappuccini di recuperarla offrendo in cambio di due pianete nuove depongono a favore della storicità dell’attribuzione. Come ha scritto Marcello Rosina la pianeta può stare al pari con gli altri cimeli storici dell’epico avvenimento, quali la croce con la quale padre Marco d’Aviano, durante la battaglia di Vienna benedisse le truppe cristiane e che si conserva nel tesoro della cattedrale di Cattaro, oppure il pulpito dal quale predicò il cappuccino che si conserva a Vienna nella chiesa di S. Stefano.
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