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“In villa que dicitur…”

Ipotesi e proposte per l’individuazione delle località nominate

nella donazione del 29 aprile 1085

Il lavoro che presento non ha la pretesa di mettere la parola fine su di un argomento, bensì ha lo scopo opposto, cioè quello di sollevare l’attenzione su di una questione e cercare assieme, a piccoli passi, di arrivare ad una maggiore conoscenza del nostro territorio nell’XI secolo.

Il nostro punto di partenza è la famosa donazione fatta all’abbazia di S. Pietro e Sant’Eufemia di Villanova (Abbazia Pisani, PD) dai capostipiti degli Ezzelini e dei Camposampiero.

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(Per ogni informazione riguardante questo documento rinvio al volume di C. Miotto e P. Miotto, Il territorio di Villa del Conte nella storia, l’abbazia di S. Pietro e S. Eufemia, S. Massimo di Borghetto e la Contea del Restello, Noventa Padovana 1994 e soprattutto P. Miotto, Abbazia Pisani. Storia di un monastero millenario e della sua gente, Abbazia Pisani 2006).

Leggendo con attenzione la donazione mi sono reso conto che il “causidico e notaio” Lanzo, compilatore del documento di donazione, nel nominare i vari paesi e località segue un percorso logico legato alla posizione geografica dei luoghi. Ho provato quindi a creare una mappa delle località nominate.

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Nel contado Feltrino le località nominate sono tre e il percorso sembra procedere da nord a sud.

CF.1) Per quanto riguarda la prima località nominata, “villa que dicitur scura”, ipotizzo che si tratti del Comune oggi chiamato Scurelle (TN), da segnalare inoltre che nel confinante comune di Ivano Fracena permane il toponimo “scura” come denominazione di una via che si trova in prossimità di Castel Ivano.

CF.2) La seconda località nominata è “villa que dicitur melame”, l’attribuzione sembra più scontata, tutt’oggi permane, infatti, “Mellame” frazione del Comune di Arsiè (BL).  

CF.3) La terza e ultima località nominata è “villa que dicitur arsei”, anche qui l’attribuzione risulta automatica con il Comune di Arsiè in provincia di Belluno ma nel distretto di Feltre.

Nel contado Trevigiano la questione è più complessa poiché in esso ricade la maggior parte delle località nominate nella donazione. Il notaio Lanzo sembra, però, dividere questo contado in “distretti”. I punti di riferimento sembrano essere i fiumi e la via Postumia. Coerentemente con questa ipotesi dividiamo il contado Trevigiano in tre parti.

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La prima parte è racchiusa a nord dal monte Grappa, a est dal Torrente Muson, a sud dalla via Postumia, infine a ovest dal fiume Brenta. (Comitatu Tarvisiano 1, nella figura)

Il percorso logico usato dal notaio consiste nel tracciare il perimetro esterno per poi concludere l’elenco con alcune località interne al perimetro stesso.

CT.1.1) La prima località nominata, “loco et fundo casale”, con molta probabilità è la località “Casale”, toponimo tuttora presente nel Comune di Borso del Grappa (TV) nella frazione di Semonzo.

CT.1.2) La seconda località nominata è “villa que dicitur semoncium”, l’attribuzione è scontata, con la già citata frazione di Semonzo del Comune di Borso del Grappa (TV).

CT.1.3) La terza località nominata è “villa que dicitur bursum ”, anche qui l’attribuzione è automatica con il Comune di Borso del Grappa (TV).

CT.1.4) Lo stesso vale per la “villa que dicitur crespanum” con il limitrofo Comune di Crespano del Grappa (TV).

CT.1.5) Con la quinta località si scende verso sud con la “villa que dicitur sancti Zenonis”, la cui attribuzione è altrettanto evidente con San Zenone degli Ezzelini (TV).

CT.1.6) La sesta località nominata è “villa que dicitur petra fusca”, toponimo oggi scomparso, ma dal sito del Comune di Loria, nei cenni storici, si apprende che era un paese posto a nord di Bessica di Loria (TV).

CT.1.7) La settima località nominata è “villa que dicitur casa sola”, l’attribuzione è anche qui automatica con il paese posto accanto, cioè il Comune di Cassola (VI); un’altra conferma è data dal fatto che è nominata una “capellam unam infra ipsum castrum constructam in honorem Sancti evangeliste marci”, tuttora il Santo Patrono di Cassola è San Marco evangelista. Del castello, invece, non rimane ora traccia.

CT.1.8 e 10) L’ottava località nominata, che in seguito è nominata anche come decima, è la “villa que dicitur ruxanum”, l’attribuzione è anche qui spontanea con il paese posto immediatamente più a sud, cioè il Comune di Rossano Veneto (VI).

CT.1.9) La nona località nominata è “villa que dicitur idranum”, altro toponimo oggi scomparso, posta nella mappa nel confine più orientale del Comune di Rossano Veneto (VI).

Secondo l’ipotesi formulata dal prof. Gabriele Farronato, ripresa dal prof. Stefano Tonietto nel libro “Comune et homines villae Rossani”, uscito nel 2006. I due storici ipotizzano che Idrano corrisponda alla scomparsa Chiesa detta di San Martin Rotto, localizzabile grazie ad alcuni documenti storici.

CT.1.11) Con l’undicesima località nominata, “villa que dicitur cartellianum”, il notaio compie un notevole balzo verso ovest, ma l’attribuzione sembra evidente con il Comune di Cartigliano (VI).

CT.1.12) La dodicesima località nominata è “villa que dicitur bax[ ]”, il nome della villa risulta incompleto, ma è ipotizzabile che nella versione originale potesse essere “baxanum”, corrispondente a Bassano del Grappa (VI).

CT.1.13) La tredicesima località nominata è “villa que dicitur maregnianum”, il toponimo è riconoscibile con Margnano, località di Bassano del Grappa (VI).

CT.1.14) Con la quattordicesima località nominata, “villa que dicitur Romanum”, il notaio chiude il cerchio dei paesi nominati tornando a poca distanza dal punto di partenza, cioè nel Comune di Romano d’Ezzelino (VI). Un’altra conferma è data dal fatto che è nominata una “capellam unam in honorem sancte et beatissime virginis Marie constructam” e attualmente la Chiesa Parrocchiale di Romano è dedicata alla “Purificazione di Maria Vergine”. Vengono poi nominati quattro monti: “Pudisio”, “Axello”, “Turnado” e “Fugia”. Di questi toponimi non è stata trovata traccia ma è ipotizzabile si tratti dei Colli di Romano. Sempre a Romano si fa riferimento a un “canalis qui dicitur de brenta”, probabilmente con tale descrizione s’intende il fiume Brenta ed è ipotizzabile che si tratti della sponda del fiume ora di pertinenza del Comune di Pove del Grappa (VI).

CT.1.15) La quindicesima località nominata è il “mercato Sancte felicitatis”, il toponimo “Santa Felicita” è oggigiorno presente ed è riferito ad una larga valle ai piedi del Grappa, poco a nord del centro di Romano.

CT.1.16) La sedicesima indicazione è una cappella “contructam in honorem Sancti et confessoris martini”, in territorio della “villa Sancti Zenonis”. Non è stata trovata traccia di questa cappella, ma il toponimo “San Martino” è presente nella parte più occidentale di San Zenone degli Ezzelini (TV), in prossimità del confine con il Comune di Mussolente (VI)

CT.1.17) La diciassettesima indicazione è un’altra cappella “in honorem Sancti danielis constructam”, nella “campanea de mussulento”, probabilmente ci si riferisce alla chiesetta tuttora presente nei confini fra Mussolente (VI) e Liedolo, frazione di San Zenone degli Ezzelini (TV), intitolata a San Daniele.

CT.1.18) La diciottesima e ultima località nominata è un “loco qui dicitur fracta” presente in “suprascripto loco romano”, il toponimo “fratta” non è stato rinvenuto a Romano d’Ezzelino (VI), ma è ipotizzabile si trattasse di un terreno in quel periodo abbandonato ricoperto di vegetazione spontanea e rovi tali da far meritare alla località il nome di “fratta”.

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La seconda parte del contado Trevigiano è compresa fra il fiume Sile a nord e a est, la laguna e il Brenta a sud e il Torrente Muson ad ovest. (Comitatu Tarvisiano 2, nella figura)

Anche in questo caso è rinvenibile un percorso logico usato dal notaio nel nominare le varie località.

CT.2.1) La prima località nominata è la “civitate tarvisij” nel “loco qui dicitur ripa”; se l’attribuzione alla Città di Treviso è evidente, più difficile risulta l’individuazione della località detta “Riva”, anche se con molta probabilità si tratta di una delle sponde cittadine del fiume Sile.

CT.2.2) Con la seconda località si scende verso sud con la “villa que dicitur sancti martelagum”, l’attribuzione è scontata con il Comune di Martellago (VE).

CT.2.3) La terza località nominata è “in campo qui dicitur altus”, anche qui l’attribuzione è automatica con la frazione Campalto del Comune di Venezia.

CT.2.4) Lo stesso non si può dire per la “villa Barbano”, toponimo non ritrovato in zona. Esiste un Barbano frazione di Grisignano di Zocco (VI) e l’isola di Barbana nella laguna di Grado (GO), ma la distanza sembra troppo elevata per associare il riferimento a tali località.

CT.2.5) La quinta località è “villa que dicitur ovrzanum”, la cui attribuzione è evidente con Orgnano frazione del Comune di Spinea (VE).

CT.2.6) La sesta località nominata è “villa que dicitur fossole”, la cui attribuzione ipotizzata è con la località Fossa del Comune di Mirano (VE), ai confini con il Comune di Spinea (VE).

CT.2.7) La settima località nominata è “loco qui dicitur Sancti viti”, toponimo non ritrovato in zona. Da segnalare che la Chiesa di Spinea è dedicata a S. Vito.

CT.2.8) L’ottava località nominata è “villa que dicitur trivignanum ”, l’attribuzione è anche qui spontanea con la frazione di Trivignano del Comune di Venezia. Conferma tale ipotesi la presenza nel documento di un mulino nel “fluvium qui vocatur rovego”, a Trivignano passano sia il fiume Dese che il Marzanego. Lungo il corso di quest’ultimo fiume esiste tuttora il mulino Ca’ Bianca di cui si ipotizza la presenza già nel 1085 “quand’era di proprietà delle monache di Sant’Eufemia a Venezia” (Fonte Wikipedia alla voce Trivignano)

CT.2.9) La nona località nominata è “villa cellarino”, la cui attribuzione è evidente con la frazione di Zelarino del Comune di Venezia. Conferma tale ipotesi la presenza nel documento del “flumen quod dicitur dese”, a Zelarino passano sia il fiume Dese che il Marzanego.

CT.2.10) La decima località nominata, “villa que dicitur melise” è un toponimo oggi scomparso, ma che sicuramente si trovava vicino ai paesi in precedenza nominati poiché, dopo aver nominato i proprietari delle 4 masserizie, viene nominata una “silvam unam inter martelagum et trivignanum”.

CT.2.11) L’undicesima località nominata è “villa mascentiago”, l’attribuzione è anche qui spontanea con il non lontano Comune di Massanzago (PD).

CT.1.12) La tredicesima e ultima località nominata è “casa curva”, la cui attribuzione ipotizzata è con Casacorba, frazione del comune di Vedelago (TV).

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La terza parte del contado Trevigiano risulta essere racchiusa a nord dalla via Postumia, ad est dal Torrente Muson, ad ovest e a sud dal fiume Brenta. (Comitatu Tarvisiano 3, nella figura)

CT.3.1) La prima località nominata è “villa que dicitur saletum prope brentam”, l’attribuzione è anche qui spontanea con Saletto frazione del Comune di Vigodarzere (PD), che si trova proprio sulla sponda orientale del fiume Brenta.

CT.3.2) Con la seconda località si sale verso nord con la “villa de Comite”, l’attribuzione è scontata con il Comune di Villa del Conte (PD). Nel documento si nomina inoltre una “silva que vocatur concoletum, et moletum”, di cui non ho trovato riscontro.

CT.3.3) La terza località nominata è “aunaria”, anche qui l’attribuzione è automatica con la frazione Onara del Comune di Tombolo (PD). Conferma parzialmente tale ipotesi la presenza nel documento di “molendinum unum in tergola, et molendinis tribus in orcone”: il fiume Tergola passa attualmente nel territorio di Onara, mentre l’Orcone oggigiorno si trova più a sud nel territorio di Fratte di Santa Giustina in Colle (PD).

CT.3.4) La quarta località nominata è “luvaro”, l’attribuzione è anche qui spontanea con Lovari frazione di San Martino di Lupari (PD). Conferma parzialmente tale ipotesi la presenza nel documento di “partem de fracta de castellare, et castrum unum cum capella Beati leonardi”: a Lovari permane il toponimo Mottarella, che fa riferimento a un insediamento dell’età del Bronzo poco lontano dal quale poi sorse in epoca medievale un’altra motta castrense (cfr. P. Miotto, Lovari nella storia. Alle origini del territorio di San Martino di Lupari, San Martino di Lupari 2015).

CT.3.5) La quinta località nominata è “loco qui dicitur guiza”, la cui attribuzione ipotizzata è con la località Guizze nel territorio del Comune di Tombolo (PD), posta fra i centri di Tombolo, Onara e Lovari.

CT.3.6) La sesta località nominata è “fontane”, la cui attribuzione ipotizzata è con la località Risorgive a sud del territorio del Comune di San Martino di Lupari (PD). Le località Lovari, Risorgive e Guizze sono molto vicine fra loro e tale vicinanza è specificata anche dal notaio che parla di un “molendinum unum inter luvaro et funtane” e di un “loco qui dicitur guiza non multum longe a predicto” (cfr. P. Miotto, 2015)..

CT.3.7) La settima località nominata è “tombolo” la cui attribuzione è scontata con il Comune di Tombolo (PD).

CT.3.8) L’ottava località nominata è “gallera” la cui attribuzione appare spontanea con il Comune di Galliera Veneta (PD).

CT.3.9) La nona località nominata è “scandolaria” la cui attribuzione appare assodata con Borghetto frazione di San Martino di Lupari (PD). Conferma tale ipotesi la presenza nel documento di “capellam unam in honorem Sancti maximi edificatam”, riferibile all’oratorio di San Massimo di Borghetto.

CT.3.10) La decima località nominata è “bulzania”, toponimo oggi scomparso.

CT.3.11) L’undicesima località nominata è “villa dele frate”, l’attribuzione è anche qui spontanea con Fratte frazione di Santa Giustina in Colle (PD).

CT.3.12) La dodicesima località nominata è “villa nova” la cui attribuzione appare assodata con Abbazia Pisani, frazione del Comune di Villa del Conte (PD).

CT.3.13) La tredicesima e ultima località nominata è “isola”, toponimo oggi scomparso, che il notaio colloca inequivocabilmente “que est inter villa nova et scandolera”. Nel documento viene inoltre nominato un “molendinum unum in lavandura”, il fiume Vandura scorre infatti tra Abbazia Pisani e Borghetto.

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Nel contado Vicentino è nominata un’unica località, (CV.1) “civitate vincencia”, la cui attribuzione appare scontata con la città di Vicenza.

 Per concludere, faccio presente che il tracciato dei fiumi nella mappa è approssimativo, in quanto i vari corsi d’acqua hanno subito nei secoli diverse deviazioni e mutamenti.

 Franco Marchiori