Storia Dentro la Memoria


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Bonetto Campretto da Castelfranco, medico a Fano nel primo ‘400

di Paolo Miotto

La tomba di Bonetto Campretto da Castelfranco Veneto a Fano. Fu medico alla corte di Pandolfo III e del figlio Sigismondo Pandolfo Malatesta dal 1421 al 1437. Si noti nei due scudi lo stemma della famiglia Campretto ma erroneamente scolpiti al contrario, con la capriata rivolta verso l’alto mentre la famiglia l’aveva rivolta verso il basso: d’oro, alla capriata di nero (con la punta verso l’alto). (Foto Antonio Conti)

Visitando i monumenti malastestiani di Fano, all’altezza di ciò che rimane della chiesa di S. Francesco, ci si imbatte nella tomba di Bonetto Campretto detto da Castelfranco. Che ci fa un trevigiano della prima metà del ‘400 in provincia di Pesaro e Urbino? Nel portico della chiesa francescana si trovano i tre sepolcri: quello di Bonetto, quello di Pandolfo III (1370-1427), disegnato su commissione del figlio illegittimo Sigismondo probabilmente da Leon Battista Alberti e quello gotico di Paola Bianca Malatesta, vedova di Sinibaldo Ordelaffi e prima moglie di Pandolfo.

La tomba di Bonetto occupa la parte bassa del lato più corto del portico della chiesa di San Francesco – ormai in gran parte in rovina, dopo il terremoto del 1930 – dove un tempo si apriva un arco di ingresso al convento francescano, poi tamponato. Le tombe in origine si trovavano all’interno della chiesa, presso il coro, ma nel 1659 vennero trasferite nel portico. Al di sopra della tomba è presente quella che era la pietra tombale dei sepolcri malatestiani, posta inizialmente all’interno della distrutta chiesa. È in marmo rosso di Verona, e presenta lo stemma malatestiano delle tre bande scaccate, al capo carico di quattro gigli, il tutto sormontato da un lambello di cinque pendenti. Inizialmente, tomba e lastra, erano in posizione invertite.

Il monumento funebre di Bonetto è sostenuto da tre mensole riccamente decorate a fogliame e presenta nel lato corto un motivo a croce, mentre sul fronte, entro due scudi che riportano lo stemma modificato di Bonetto, un’epigrafe riferisce la data di morte del medico: il 1437. Sul coperchio giace il defunto dal volto ben caratterizzato, vestito di una tunica e di un copricapo. Il monumento sepolcrale, concepito per essere addossato alla parete, risale alla prima metà del XV secolo ed è tipologicamente imparentato ai coevi monumenti sepolcrali fiorentini.

Particolare realistico del capo di Bonetto Campretto col copricapo dei medici del XV secolo.

Il nobile fanese Pietro Maria Amiani (1702-1775) nelle Memorie Istoriche della Città di Fano (1751) scrisse al riguardo:

Al 31. di detto mese morì Bonetto da Castel Franco eccellentissimo Dottore di Medicina da’ Malatesti stipendiato; cui però render volendo Sigismondo i maggiori onori, erger fece il nobil Sepolcro di Marmo, che oggi ammirasi nel Portico della nostra Chiesa di S. Francesco con questa Iscrizione


URNA TENET CELEBREM, UTI CERNITIS, URNA BONETTUM
DE CASTRO FRANCO MEDICUM, QUEM FISICA FECIT:
FUERAT ANTE DOCTOR IN ARTIBUS ILLE PROBATUS.
OBIT DIE ULTIMA JULII MCCCCXXXIV

Che legame sussisteva tra Pandolfo III Malatesta, il figlio Sigismondo e il medico Bonetto? Quando si erano incontrati? Non esistono riposte certe al riguardo ma solamente ambientazioni e situazioni storiche che posso spiegare l’incontro.

L’analisi del testo della lapide effettuata dal Prof. Franco Benucci riporta un’iscrizione parzialmente diversa da quella dell’Amiani:


VRNA TENET CELEBRE3 VTI CE
RNITIS ISTA BONECTV3 DEC
ASTRO FRANCO MEDICVM
QVE3 FISICA FECIT FVERIT
ANTE DOCTOR IN ARTIBVS
ILLE PROBATVS OBVT DIE
MENSIS ANO MCCCCXXX
VII


Scrive al riguardo lo studioso: “i 3 valgono M trasversa (quindi CELEBREM, BONECTVM, QVEM) e le V valgono U salvo quella di OBVT che vale IJ (quindi OBIJT). Nonostante il millesimo 1437 (e non 34), la grafia già capitale e questo uso di V per IJ mi indurrebbero a collocare la sua realizzazione circa 15-20 anni più tardi (non tanto di più dato che ci sono ancora la M trasversa e l’univerbazione delle preposizioni di tradizione gotica). Da notare poi che il testo inciso è in realtà la ‘bozza’, dove giorno e mese di morte sono ancora indicati a ‘casella vuota’ (cioè: dovevano controllare la data esatta, ma poi non l’hanno fatto e il lapicida ha scolpito il promemoria): ulteriore indizio che fu realizzata abbastanza tempo dopo la morte, quando nessuno ricordava più a memoria che fosse stata il 31 luglio. Evidentemente Amiani aveva altre fonti su cui verificare e integrare la data corretta, forse ivi compreso l’anno 1434: anche questo poteva far parte del testo preparato e incautamente inciso (un 4 arabico scritto molto obliquo e col tratto orizzontale mancante o molto leggero è facilmente fraintendibile con un 7, poi inciso come VII)”.

Pandolfo, padre di Sigismondo Pandolfo, al soldo dei veneziani che lo avevano ingaggiato per contrastare le truppe di Sigismondo Re d’Ungheria, tra il 1412 e il 1413 operò con le sue armate tra le città di Motta di Livenza, Feltre, Oderzo, Padova, Cittadella ed altre. A Cittadella viveva un ramo della famiglia da Campretto, un altro a Sant’Andrea O/M (nell’attuale villa Chiminelli) che in breve darà origine al ceppo familiare di Castelfranco Veneto e un terzo, il più prestigioso, che si era trasferito a Treviso. È in questo contesto di frequentazioni venete al soldo di Venezia che Pandolfo III conosce il futuro medico Bonetto, forse inizialmente al seguito delle truppe, ed una volta concluse le ostilità tenuto presso la propria corte a Fano. Bonetto rimase con la famiglia Malatesta anche dopo la morte di Pandolfo III (1427), tanto che il figlio di questi gli eresse il monumento che ancor oggi si trova nel portico della chiesa di San Francesco, a Fano.

Figlio minore di Artusio I da Campretto, Bonetto è il primo della progenie ad intraprendere l’arte della medicina. Si laureò a Padova una prima volta nel 1416 in “scientia artium” e la seconda nel 1420 in medicina. Negli stessi anni si trasferì da Castelfranco a Treviso, dove si era già stabilito l’altro ramo della famiglia, per poter esercitare con maggior profitto l’arte medica. Poco tempo dopo lo troviamo a Fano, riconosciuto medico di fama. Nel 1427 il medico era già ritornato a Treviso perché il 31 agosto di quell’anno era presente al battesimo del figlio al quale impose il nome di Pandolfo Giovanni. Il nome Pandolfo e la presenza di uno dei padrini di battesimo proveniente da Fano, lascia chiaramente intendere che all’epoca Bonetto era già inserito nell’entourage dei Malatesta creando un legame particolare della nobiltà fanese con quella di Treviso. L’atto battesimale del figlio di Bonetto recita: Die ultimo augusti (1427) baptizatus fuit Pandulfus Iohannes filius Egregii Artium et Medicinae doctoris Magistri Boneti de Castrofranco civis Tarvisini compater ser Dominicus Zangoli de vita de fano, ser Marcus Salvator de farra, et Benedictus de novolo, ad fontem, et ad introitum ecclesiae honesta domina Barbarela de cha bruto.

A fronte di questi legami professionali e culturali tra Veneto ed Emilia, a Fano nulla si sa della permanenza del da Castelfranco alla corte malatestiana, mentre ulteriori riferimenti al medico e alla sua famiglia sussistono in terra trevigiana. L’unico ipotetico indizio fanese di Bonetto si ritrova in Mario Tabanelli che scrive: “[…] poiché si racconta che essendo un giorno a convito con il marchese d’Este, entrato che fu un celebre medico, reclamò per lui il primo posto a tavola; era questi il medico Bonetto che verrà poi sepolto insieme a Pandolfo nella Chiesa di San Francesco.”  La morte colse infine il da Castelfranco a Fano, nel 1437, secondo la data scolpita nella lapide sepolcrale, ma i cronisti trevigiani non ne furono informati e sul medico cadde nell’oblio e fu presto dimenticato.


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Censimento 1871 a Onara e Tombolo-Professioni e attività lavorative

di Paolo Miotto e Cesare Pasinato

Il monumento dei mediatori sensari di Tombolo.

            Presso l’Archivio storico di Tombolo è presente tutta la documentazione relativa al Censimento del 31 dicembre 1871.

            La legge 20 giugno 1871 n. 297 ordinava un generale Censimento della popolazione in Italia ed il successivo Regolamento 23 ottobre 1871 ne determinava le regole. Per il Regno d’Italia era il secondo censimento dopo quello del 1861, mentre per il Veneto era il primo.

I dati che seguono fissano un’istantanea fedele su svariati aspetti della vita dei due paesi e permettono di scorgere dettagli a prima vista insospettabili, in questo caso inerenti all’attività lavorativa di tutti gli abitanti del Comune. Fra coloro che non esercitano alcuna professione sono compresi anche tutti i bambini.

            Per una corretta analisi delle attività lavorative, è necessario considerare solo gli abitanti dai 13 anni in su e pertanto il numero corretto degli individui in età lavorativa risulta essere di 2.387 unità: distinta tra 1.224 maschi e 1.163 femmine.

Lavoro femminile

            Il 95% delle donne (1.105 su 1.163) sono casalinghe e indicate con “nessuna professione”.

            Sono solo 58 le donne che dichiarano una attività.

            Nel settore sanitario (1):

                        1 ostetrica (mammana comunale)

            Nel settore dell’agricoltura (5):

                        1 possidente

                        4 coltivatrici (1 in proprietà e 3 in affitto)

            Nel settore del commercio (4):

                        1 venditrice di sementi

                        2 fruttivendole

                        1 cenciaiola

            Nel settore artigianale (21):

                        8 sarte

                        2 tessitrici

                        11 filatrici

            Nel settore dei pubblici esercizi (18)

                        14 ostesse

                        2 caffetterie

                        2 pizzicagnole

            Nei servizi a domicilio (9)

                        9 serve

            Per alcuni servizi il numero degli addetti femminili non è inferiore a quello dei maschi:

                        Caffettieri        4 uomini          2 donne

                        Osti                 14 uomini        14 donne

                        Pizzicagnoli     1 uomo            2 donne

                        Sarti                 8 uomini          8 donne

                        Filatrici            nessun uomo   11 donne

                        Fruttivendoli    5 uomini          2 donne

                        Cenciaioli        2 uomini          1 donna

            Su 14 venditori di sementi uno è donna.

Lavoro maschile

            A Tombolo non esercita alcuna professione il 30 % della popolazione maschile in età lavorativa (353 su 1.224).

            I lavoratori maschi sono 871 e sono così suddivisi.

            Nel settore ecclesiastico (6)

                        2 parroci

                        4 cappellani

            Nel settore sanitario (1):

                        1 medico comunale

            Nel settore degli studi (1)

                        1 studente liceale

            Nel settore pubblico (13):

                        1 segretario

                        1 scrittore

                        2 cursori

                        2 maestri

                        5 campanari

                        2 stradaioli

            Nel settore dell’agricoltura (604):

                        5 possidente

                        2 agenti di campagna

                        47 agricoltori proprietari

                        328 agricoltori fittavoli

                        147 contadini braccianti

                        60 coloni a mezzadria

                        11 bovari

                        1 pastore

                        2 crivellatori di frumento

                        1 perticatore (misuratore) di fieno

            Nel settore del commercio (164):

                        5 mediatori e mercanti di pecore

                        125 mediatori e mercanti di bovini

                        12 mediatori e mercanti di suini

                        1 mercante di cavalli

                        1 negoziante di polli

                        13 venditori di sementi

                        2 cenciaioli

                        5 fruttivendoli

            Nel settore artigianale (51):

                        14 calzolai

                        11 fabbri ferrai

                        8 sarti

                        7 muratori

                        3 mugnai

                        3 addetti alla fornace

                        2 falegnami

                        2 tessitori

                        1 zoccolaio

            Nel settore dei pubblici esercizi (22)

                        14 osti

                        4 caffettieri

                        1 pizzicagnolo

                        2 fornai

                        1 agente di negozio

            Nei servizi a domicilio (9)

                        1 giardiniere

                        1 spazzacamino

                        1 arrotino

                        1 cocchiere

                        5 servi

            Se non desta alcuna meraviglia che circa il 70% dei lavoratori tombolani sia dedito all’agricoltura, è certamente un fatto singolare che quasi il 20% eserciti l’attività di mediatore e mercante di bestiame (di tutti i tipi) e di venditore di sementi.

            L’attività di mediazione e commercio era esercitata a Tombolo fin da molto tempo prima. Fra le carte più antiche, presenti in archivio comunale, la documentazione dei sensali è costante, anche perché esercitano l’attività senza la prescritta patente e quindi sono soggetti a continui richiami.

            Il 2 agosto 1813 il Sindaco annota che a Tombolo sono presenti otto mediatori di bestiame, che riscuotono 50 centesimi per ogni bue, come diritto di sensaria. Fra le osservazioni da inviare al Prefetto scrive: Nessuno degli attuali Mediatori assicura di continuare al momento dell’attivazione del Decreto V[ice]. R[e]. 1 Giugno 1813 per mancanza di mezzi, onde eseguire il deposito proposto.

            Ma i tombolani continuano ad esercitare abusivamente la loro attività.

            Solo un mese dopo, il primo settembre 1813 (prot. 1282) il Podestà di Cittadella, Balbi, invita il Sindaco di Tombolo ad avvertire i mediatori a non presentarsi al mercato senza Patente.

Gl’individui che le descrivo in Calce intervengono come negozianti di animali in questo Mercato [Cittadella]. Per quanto è a mia cognizione eglino non sono muniti di Patente, senza della quale, com’ella ben sa, non può alcuno pel disposto dal V. R. Decreto 13 Giugno 1811, esercitare alcun’arte o professione. Prima quindi di dare gli ordini relativi a chi spetta per l’esecuzione di quanto è Superiormente contemplato, e per l’applicazione della Multa infissa, credo bene di usare a loro riguardo di un tratto urbano, persuadendomi che questo bastar dovrà per ricondurli al loro dovere. Ella vorrà pertanto renderli edotti, che per Lunedì prossimo 6 corrente, volendo intervenire sul mercato, dovranno essere muniti della propria patente, e li avvertirà in pari tempo che ove recalcitrassero di dare esecuzione a quanto prescrivono le leggi, io non lascierò di abbassare gli ordini, i più risoluti perché sia loro impedito l’intervento sul Mercato, riservandomi nel punto istesso di far che loro sia applicata la Multa dal prelodato Decreto stabilito.

               Sensali privi di patente:

               Andreta Gio. Battista

               Andreta Francesco detto Ponchia

               Andreta Alessandro di Angelo

               Pegorin Giuseppe

               Gnesin Gio. Batta


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Proprietari e proprietà a Campretto e Monastiero di S. Martino di Lupari nel 1548

di Paolo Miotto

La chiesa medievale di Monastiero, già di S. Giorgio di Campretto.

Com’era il territorio di Campretto e Monastiero nel ‘500? Lo schema che segue sintetizza quattro parametri per una possibile lettura del territorio prendendo in considerazione i nomi delle contrade, dei proprietari, i terreni da questi posseduti e la tipologia colturale praticata. Le sigle riportate nelle ultime due colonne hanno i seguenti significati: C corrisponde a campo/i, Q a quarto/i di campo, A a terreno arativo, P a piantato, cioè a terreno alberato, V a terreno con vigneto, PP a terreno prativo.

ContradeProprietariQuantitàTipologia
    
del LagoZuanne CalderaroC1, Q 2 e 1/2A P V
 Zampaolo CamprettoC 1A P V
 Francesco BersolattoQ 2A P V
 Zuanne LorenzettiC 2, Q 1/2PP
 Zuangiacomo LuchiaroQ 1A P V
della CastagnaZuanne CalderaroC 3, Q 1/2A P V
 Francesco BersolattoQ 3 1/2A P V
 Francesco della NaliaQ 3A P V
alle BolpareZuanne CalderaroQ 1A P V
 Alvise BarbarellaC. 2, Q 2 e 1/2A P V
 Lazzaro MocenigoC 3, Q 1 e 1/2A P V
 Giacoma BertonaC 1, Q 3 e 1/2A P V
 Bastian e Iseppo della ZueccaQ 3A P V
alle Leve/LevadiZampaolo CamprettoC 2, Q 3 e 1/2A P V
 Lazzaro MocenigoC 1, Q 3A P V
 Iseppo da GrignoC 3, Q 2A P V
dei RoncazziZuanne LorenzettoC 2, Q 2PP
 Zuangiacomo LuchiaroQ 4 e 1/2PP
dei Prati alle Pré     Zuanne LorenzettoC 2A PP
 Zuangiacomo LuchiaroQ 1A PP
dei Salgaruoli o SalgarazziZuane CalderaroC 2A P V
 Francesco BersolattoC 1A P V
 Antonio Licino
alla/della CorbaZuampaolo CamprettoC 3A P V
 Giacomo Tosatto
alle/ delle ConcheZuanpaolo CamprettoQ 2A
 Zuanne LorenzettoQ 2 e 1/2A
 Zuangiacomo Luchiaro
 Menego Zambuso
 Mattio Mason
alla Braida/Brà o BraizuollaZuane CalderaroQ 1A
 Francesco BersolatoC 3, Q 1/2A P V
 Vettore Zambuso
 Zampaolo CamprettoC1, Q 1A
 Francesco Campretto
 Zuanne Corner
 Zuangiacomo Luchiaro
 Elena CamprettoC1, Q 1 e 1/2A P V
 Paolo BersolattoC 1A P V
 Pietro SoranzoC 2 e 1/2A P V
 Girolamo Baldo
ai PonteselliZuane CalderaroQ 1 e 1/2A P V
Bosco o BoschelliZuane LorenzettiC 2, Q 3A P V
 Francesco Campretto
 Zuanne Cocco
 Zangiacomo Luchiaro
al SpinGiacomo BarozziQ 2A P V
 Bergamin Bergamin
 eredi di Cristoforo Bergamin
 Francesco BortuolloC 2A P V
 Marietta Bergamin
 eredi di Mattio Bergamin
 Pollo SantoC 3A P V
 Francesco fu Zuanne Antonello
 Francesco fu Mio Antonello
al CastellaroZampaolo CamprettoC2, Q 1/2A PP
 Francesco Campretto
 Francesco MasonC 11A P V
 Zamaria BrunatoQ 3A P V
 Pietro BrunatoC 1A P V
val di Gebello o di GebelleIseppo da GrignoC 2PP
 Bartolomeo Baldo
 Girolamo Zambuso
 Francesco Campretto
 Giacomo GuidozzoQ 2A P V
 Pietro Soranzo
 Zampaolo Campretto
al Campo MaleZangiacomo LuchiaroC 1A P V
 Francesco Campretto
 Menego Bertacin
 Mina CeserattoQ 2PP
 Marco Zambuso
 Alvise Soranzo
al Prà Menà o MenatoFrancesco della NaliaQ 1 e 1/2A P V
 Zuanne LorenzettoC 1, Q 2PP
 Francesco Campretto
 Antonio Lorenzin
 Pietro Peon
 Lazaro MocenigoC 11, Q 1A P V
 Perdonello Perdonelli
 Prosdocimo Fassina
 Mina CeserattoC 1, Q 3A P V
 Daniele SpinelliC 1A P V
 Pietro Soranzo
al CapitelloAlvise BarbarellaC 1A P V
 Battista Tiretta
 Antonio Lorenzin
 Bernardino Menegazzo
 Lorenzo Lorenzin
 Zuanne Lorenzin
alla CrosarazzaZuanne LorenzettiC 2A P V
 Andrea Lorenzin
 Francesco fu Mio Antonello
alla CarbonaraZampaolo CamprettoC 2, Q 2A PP
 Zuanne LorenzettoQ 3A PP
 Comune di Monastiero
 Zangiacomo LuchiaroC 4A P V
 Mazzo da Campretto
 Francesco Campretto
 Mio Franza
alle CeresareGasparo NovelloQ 3A P V
 Santo Beraldo
 Zuanantonio FerroQ 1 e 1/2A P V
 Lorenzo Lorenzin